Le nuove esigenze abitative degli italiani tra Smart Working e settore immobiliare
L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha mutato incredibilmente molti aspetti della nostra vita. Il mondo del lavoro si è radicalmente digitalizzato e lo smart working è entrato appieno nelle nostre vite stravolgendo molti ambiti, tra cui il settore immobiliare.
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel 2019 le imprese che avevano avviato al loro interno progetti di Smart Working erano il 58%, in crescita rispetto al 56% del 2018 e al 36% del 2017. Nel 2020 i lavoratori in Smart Working sono passati da 600 mila a 6,6 milioni.
È evidente che la portata di tale fenomeno sia in grado di modificare le scelte della popolazione in moltissimi campi, partendo dalle esigenze abitative.
Sulla base di una survey a cui hanno preso parte più di 300 lavoratori, il 26% degli intervistati valuta l’acquisto di una casa più grande, il 21% il trasferimento nel comune di origine nel Centro-Sud Italia e il 24% modifiche interne all’abitazione.
I motivi che spingono sempre più persone verso il Centro e Sud Italia sono: la vicinanza ai propri cari, il minor costo della vita e delle abitazioni e la vivibilità del contesto.
Inoltre, per i molti lavoratori che hanno sperimentato il lavoro da remoto full time ai quali l’azienda ha comunicato di volerlo mantenere anche dopo la pandemia è un’occasione per tornare a vivere in città più piccole e con ritmi della vita più rilassanti, senza però rinunciare alla carriera.
Tra le città migliori per qualità della vita ci sono Cagliari e Sassari, mete sempre più scelte per iniziare una nuova vita più salutare e contatto con la natura.